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Sempre riguardo la campagna vax

Sempre riguardo la campagna vax

  14/06/2021

Di Redazione

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Gentile direttore, pur avendo seguito sin dall'inizio le indicazioni vaccinali del governo, mi trovo perplessa nel leggere come personaggi offerti all'attenzione dei quotidiani sembrano aver goduto di particolari agevolazioni. Pur riflettendo che i coniugi Benna sono insegnanti e possono aver forse ricevuto la prima somministrazione per tempo, mi appare difficile che sia già stata fruibile la seconda somministrazione. Anche altri che hanno chiesto di poterne usufruire qualche giorno prima, hanno ricevuto un diniego assoluto, pur facendo presente della necessità per motivi di salute di raggiungere la località delle vacanze. Si sta parlando di AstraZeneca, il tempo fissato tra le due somministrazioni è dilatato al massimo, ma con la possibilità di essere ritenuto valido anche con un ben inferiore numero di giorni. All'inizio delle operazioni, quando i più anziani attendevano con ansia l'accettazione della loro richiesta, un noto sportivo abitante non nella nostra provincia, sulla quarantina, giungeva presso il nostro efficiente hub per assumere sorridente e vincente la sua prima dose. Autorizzazione? Da chi?  

Personalmente ho la massima considerazione degli scienziati che hanno e stanno affrontando l'attuale difficile situazione. Ammetto che non tutti stiano apprezzando le diverse disposizioni che giungono a giorni alterni dalle varie divulgazioni. Eppure è facilmente intuibile che chi si prodiga per noi debba adeguare di volta in volta il risultato del suo operare, dato che i risultati devono essere valutati sulla reazione di un numero di pazienti sempre più vasto. Stiamo sereni, quindi, suggerendo di non cambiare le carte in tavola per favorire i raccomandati di turno. Si deve puntare sull'immunità di gregge, non lasciamoci distrarre dai no vax o dai vax free, non devono contrastare la nostra libertà di desiderare e attuare il diritto alla salute. Ad maiora, direttore, ad maiora. 

Clara Rossini 

COLPI DI …ULO PER BOTTE DI VITA 

Per quanto la prenderemo su con una buona dose di facezia, l'argomento, anche di fronte alla reiterata percezione di un incontenibile impulso a non distaccarsi mai dal modulo comportamentale “all'italiana”, non può non essere trattato all'insegna dell'aderenza alle consapevolezze civili ed all'importanza, tuttora scandita dagli effetti di un “dossier”, che, per quanto derubricato nei picchi, poco si distacca da una tragedia biblica. 

Sotto tale profilo, non possiamo non fare un rimando a quel percorso di make and remake, nelle decisioni e nella narrazione, che lo rendono un magma. 

Non è censurabile la rettifica di linea in corso, impressa dal Governo e dal Cts. In una materia così ignota e parzialmente esplorata si deve andare col metodo empirico. Confidando nel contributo importante di un'azione divulgativa e didascalica capace di coinvolgere e convincere la popolazione. 

Ma, se non proprio sconcertante, sicuramente controproducente è stata ed è la ridda degli ordini e dei contrordini, non sempre coerenti e non sempre compatibili con la necessità di un progetto coesivo. 

Dichiara oggi il Ministro Speranza (rivelatosi un valore aggiunto nella cabina di comando della gestione pandemica): sono fiducioso: terremo il passo! I vaccini sono la soluzione, non il problema. Il pericolo di destabilizzazione del progetto è rappresentato da una dimensione consistente di utenti che rifiutano la vaccinazione. Aggiungendo quasi un'ovvietà: Il virus mutato è pericoloso se infetta chi ha già completato l'immunizzazione. 

In soccorso viene, sempre oggi, una importante riflessione (del professor Harari, pneumologo e divulgatore) che, coraggiosamente, postula una circostanza su cui i privi di coraggio civile si sono sin qui defilati: per ottimizzare la risposta del vaccino, si sarebbe dovuto stabilire l'obbligo vaccinale. Concludendo con la ridefinizione della risposta: Obbligatorietà vaccinale, pianificazione flessibile e tempestiva di una struttura in grado di garantire, al di fuori dell'emergenza, immunizzazione rapide a tutta la popolazione, produzione indipendente dei vaccini 

Se tale è il doveroso inquadramento, all'insegna della cognizione della complessità e del dovere civile di esprimere valutazioni improntate da senso di responsabilità, non si può non insistere su quello che appare come un valore aggiunto degli ingredienti di questa battaglia: la crescita delle consapevolezze e la coesione attiva. 

Da perseguire, ripetiamo, con una coerente campagna divulgativa ed educativa. Purché i pastori della filiera del perseguimento dell'immunità di gregge dismettano la pretesa di convertire gli utenti in pecoroni. 

Tale appare, talvolta, la piega assunta dalla gestione di una campagna complessa che pretende di trasformare anche i piccoli gesti in pratiche accettate acriticamente. 

Questa battaglia, invece, esige, per essere vincente nel risultato finale, di cinvolgere un'utenza consapevole ed informata. 

Mentre, come abbiamo sovente, sottolineato, l'impressione colta è che la rigidità dei protocolli (indispensabile per evitare tornanti) non lasci il minimo pertugio che insinui il dubbio sul carattere “neutro” ed imparziale della regia e della macchina. 

Avevamo segnalato precedenti, certamente non fecondi sul piano dell'esemplarità, di code aggirate e di preferenze, accordate non si sa bene per compiacenze o per civetteria di esposizione mediatica. 

Oggi il quotidiano locale, informatissimo anche sui minimi particolari del menage vaccinale (forse perché dalla cabina di comando ritenuto unico destinatario di una comunicazione che dovrebbe essere, al contrario, prerogativa di tutti i canali mediatici, si fa latore dell'outing festoso di una ancor giovane coppia che ha potuto vedersi praticare il richiamo “due ore prima del blocco”. Della cui felicità fa fede lo sguardo festoso di un'immagine ritoccata per doveri di riservatezza. 

Hanno vent'anni meno di noi, che pure siamo stati inoculati tra i primi e che vedremo la seconda dose nella prima decade di luglio (e saremo costretti a rinviare una serie di impegni professionali continuativi). Stanti i termini della declaratoria, il timing del richiamo (abbiamo fatto i conti) avrebbe dovuto scattare a fine luglio. Non è che vogliamo violare la riservatezza, ma, ben lungi da noi l'impulso a gufare a danno di cittadini cui la sorte vaccinale si è rivelata particolarmente benigna in termini di taglio delle more, chiederemo ai responsabili della campagna vaccinale chiarimenti. 

Per togliere assolutamente l'impressione che, per consentire ad alcuni cittadini di l'autocompiacimento (del tutto incolpevole) dello “stiamo bene, avremo il green pass e ci godremo l'estate” (prosit), venga conculcata la par condicio di altri utenti. 

Saremmo, ove se verificato, in presenza di un comportamento con cui, da una parte, si propiziano “colpi di culo in vista di botte di vita”, mentre, dall'altra, ai comuni utenti si riserva il trattamento delle pigne tirate in testa ai pezzenti dal marchese Onofrio del Grillo. 

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